La sede dell’AMLA sarà a Francoforte (e non a Roma), ma la vera partita dell’antiriciclaggio si sta giocando sulle risorse che la Banca d’Italia sceglie di dedicargli: per la SNA e per l’UIF ne servono urgentemente molte di più!
All’inizio di quest’anno si è votato per scegliere la sede della nuova autorità europea per l’antiriciclaggio (AMLA). Come noto è stata scelta Francoforte, con 28 voti; anche Roma si era candidata ma ha ricevuto appena 4 voti.
Colpisce la sproporzione fra le due città in termini di voti ricevuti, ma a noi colpisce ancora di più quella fra Italia e Germania in termini di risorse dedicate all’antiriciclaggio.
In Italia, come ben sappiamo, l’azione di contrasto al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo è svolta dalla Banca d’Italia, presso la quale dal 2008 opera l’UIF in qualità di Financial Intelligence Unit. Nel corso degli anni l’Unità ha visto crescere notevolmente il numero di segnalazioni di operazioni sospette e ha sviluppato capacità di analisi che l’hanno resa un modello di riferimento.
Nel 2022 è stata istituita un’altra Unità ad hoc per la supervisione e la normativa antiriciclaggio, la SNA. La nuova Unità deve assicurare, anche attraverso l’azione sanzionatoria, l’adeguatezza dei presidi antiriciclaggio di tutti gli intermediari finanziari operanti in Italia e in prospettiva opererà come controparte italiana dell’AMLA. Al momento, però, la SNA dispone solo di 46 addetti (la pianta organica per il triennio 2023-2025 ne prevede addirittura 40!). Uno su tre sta ancora compiendo un percorso di specializzazione nell’antiriciclaggio.
Il percorso prevedeva fra l’altro “brevi esperienze lavorative, anche presso Enti esterni alla Banca che operano nel settore AML”, che però dopo oltre un anno dall’avvio non sono state ancora avviate: non è difficile immaginare che in questo momento i carichi di lavoro della SNA non le consentano di privarsi neppure temporaneamente delle sue risorse.
Sembra già di per sé evidente che per una funzione in forte crescita come l’antiriciclaggio serva altro personale, ma l’effettiva portata di questa carenza emerge dal confronto con le autorità degli altri paesi europei, primo fra tutti proprio la Germania.
Seguendo le raccomandazioni del GAFI, la Germania ha avviato un’ambiziosa riorganizzazione dell’antiriciclaggio, con la creazione di una nuova autorità (Bundesamt zur Bekämpfung von Finanzkriminalität – BBF)che coordinerà l’azione della FIU e dell’attuale autorità di supervisione responsabile anche delle sanzioni (Zentralstelle für Sanktionsdurchsetzung – ZfS). L’organico complessivo del nuovo assetto AML – a quanto dichiarato dalle autorità federali – raggiungerà a regime i 1.700 addetti (sì, mille e settecento).
Anche tenendo conto del più ampio ambito di competenze della nuova autorità tedesca, il confronto è impari: sommando agli attuali addetti della SNA (46) quelli dell’UIF (in tutto 190 e senza neppure spazi di crescita nella pianta organica 2023-2025) gli addetti della BBF sarebbero sette volte più numerosi.
Neanche a farlo apposta, la (s)proporzione è esattamente la stessa del 4 a 28 dei voti per sede dell’AMLA! Solo che la sproporzione in termini di risorse dipende dalle scelte della Banca d’Italia e non da quelle dei rappresentanti di stati membri dell’UE.
Da anni il Sindirettivo-CIDA sostiene che la Banca possa fare di più nel contrasto al riciclaggio sollecitando non solo interventi organizzativi come la riorganizzazione dell’UIF e la creazione della SNA, ma anche interventi gestionali che diano a queste Strutture le risorse necessarie per svolgere i propri compiti. Non ci dovrebbe essere bisogno di sollecitare ulteriormente un’Istituzione che ha messo il “contrasto all’illegalità nel settore finanziario” in cima al proprio piano strategico 2023-2025, ma a tutt’oggi i numeri degli organici sono purtroppo quelli che abbiamo qui richiamato. Noi riteniamo che in Banca, sia in A.C. che nelle Filiali, ci siano colleghe e colleghi con competenze che potrebbero essere valorizzate nell’antiriciclaggio e che ulteriori risorse debbano essere acquisite, senza limitarsi a “cannibalizzare” il Dipartimento Vigilanza bancaria e finanziaria (che non ha certo surplus di personale, al contrario!). In questo la rete territoriale può svolgere un ruolo di rilevanza strategica qualora si decida, finalmente, di riconoscere la funzione che questa può svolgere nei contesti locali di riferimento.
Un rafforzamento degli organici della SNA e dell’UIF è particolarmente più urgente alla vigilia della costituzione dell’AMLA, per poter davvero “fornire un contributo incisivo sui tavoli europei”, come recita il piano strategico. Adesso che è stata scelta anche la sede i lavori preparatori sono entrati nel vivo e i “tavoli” su cui i nostri colleghi sono chiamati a dare un contributo si moltiplicano. Quando poi i lavori saranno finalmente conclusi, alcuni di questi colleghi andranno a Francoforte a lavorare all’AMLA.
Lo diciamo da tempo: evitiamo di ripetere gli errori fatti 10 anni fa all’avvio del SSM, quando la Banca non si è messa per tempo in condizione di poter assumere in Europa tutta quella leadership che il livello professionale delle colleghe e dei colleghi della nostra Vigilanza prudenziale avrebbe ampiamente giustificato.
LA PARTITA DELL’ANTIRICICLAGGIO CERCHIAMO DI GIOCARCELA MEGLIO!
Roma, 4 aprile 2024