LA  PEREQUAZIONE  DEI  TRATTAMENTI  DI  PENSIONE NELLE  LEGGI  FINANZIARIE  PER  IL 2023 E PER IL 2024

La Cida, pur non essendo parte in causa, interviene nel giudizio innanzi alla Consulta in veste di  ‘Amicus curiae’

Un mese fa, nel riferire (Comunicazione 5 di settembre) che le Corti dei Conti di Toscana e Campania avevano rimesso alla Consulta il giudizio di legittimità dei tagli all’indicizzazione delle pensioni previsti  per il 2023 e per il 2024,anticipammo che la Cida  non solo ne valutava in modo affatto positivo le Ordinanze ma che pure, non potendo assumere la veste o configurarsi come parte in causa, avrebbe considerato la possibilità di un suo intervento (a sostegno) nel giudizio di costituzionalità. Con la forma del deposito di una c.d. sua ‘opinione’, ora consentito nella cause di legittimità costituzionale agli enti non lucrativi e ai soggetti istituzionali portatori di interessi collettivi, o diffusi.

 La possibilità di siffatti interventi, da parte di soggetti diversi dagli originari promotori del giudizio, è stata introdotta nel nostro ordinamento dalla stessa Corte attraverso un aggiornamento delle proprie c.d. ‘Norme integrative’ disposto con delibera del gennaio del  2020. (*)

 Gli enti o soggetti  – diversi, ripetiamo, dagli originari promotori del giudizio –  ammessi a fornire un contributo nel giudizio di legittimità costituzionale assumono figura di “Amicus curiae”, locuzione che letteralmente ha il significato di “amico della corte”.

 I contributi, o ‘opinioni’, sono presentati di norma in forma (scritta) di saggio o di memoria e sulla loro ammissibilità delibera la Corte stessa, in via preliminare alla valutazione del merito delle questioni che le sono state sottoposte.

(*)  L’art. 4-ter delle ‘Norme integrative dispone  che le   ‘opinioni’,   per essere ammesse, “devono offrire elementi utili alla conoscenza e alla valutazione del caso, anche in ragione della sua complessità”.

Ciò richiamato, riferiamo ora che la Confederazione ha valutato di poter intervenire nel giudizio, in veste per l’appunto di ‘Amicus curiae’, a rafforzamento delle ragioni delle parti ricorrenti, presentando entro la scadenza del 29 ottobre un proprio contributo. Il quale  – anche in conformità di quanto previsto dalle norme che ne consentono la possibilità –   sarà fondato più su connotazioni e dati evolutivi del nostro sistema previdenziale-pensionistico (da tempo divulgati e denunciati, fra gli altri, dal ’Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali’ facente capo al Prof. Brambilla), e meno invece sulle questioni di diritto già efficacemente affrontate nelle Ordinanze delle riferite Corti.   

Peraltro, non avendo né potendo avere nel giudizio ruolo da protagonista, la Confederazione  – non parte in causa –  intende assumere un ruolo quantomeno  da comprimario,  muovendosi e sul piano dei contatti informali coi legali che hanno seguito le cause da cui sono originate le Ordinanze, e in parallelo, e soprattutto, su un piano che potremmo definir ‘politico’.  In quanto volto sia all’attivazione di una rete di alleanze con le associazioni di categoria sia alla rappresentazione delle ragioni dei pensionati di fascia medio e medio alta in sedi e nei centri decisionali del Paese.Non è escluso infine che dopo il deposito del riferito contributo o ‘opinione scritta’ la Cida possa giungere all’organizzazione di un evento in una Sede istituzionale, con la presenza sia dei promotori delle cause sia di sigle o gruppi (anche di opinione) non avversi per principio all’azione che ha portato alla Consulta la questione dei reiterati mancati adeguamenti della generalità dei nostri trattamenti di pensione.  

        Roma, 21 ottobre 2024

Coordinamento Pensionati Mario Pinna Antonio Signorello

        

                                                                                                                                                

 

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